Corpuscular Philosophy
The Sceptical Chymist (1661), sebbene uno dei lavori più teorici di Boyle e soffra della sua solita mancanza di organizzazione, ben illustra la sua tesi secondo cui tutte le indagini scientifiche devono essere fermamente basate sull’esperimento., Dirigendo il suo attacco a ciò che ha concepito come le basi erronee della teoria chimica contemporanea, ha portato avanti ampie prove sperimentali per confutare i concetti aristotelici e paracelsiani prevalenti di un piccolo numero di elementi di base o principi a cui tutti i composti potrebbero essere ridotti mediante analisi chimica. Ha dimostrato che le sostanze chimiche comuni quando decomposte dal calore non solo non sono riuscite a produrre il numero richiesto di elementi o principi, ma che il numero era una funzione delle tecniche impiegate., Di conseguenza, ha negato che gli elementi o principi (come così definito) aveva alcuna esistenza reale e ha cercato di sostituire questi vecchi concetti di cambiamento chimico con quello che ha definito la “filosofia corpuscolare.”
Sebbene sottolineasse la necessità di basare la ricerca scientifica sull’esperimento, Boyle non era un semplice empirista. Dietro il suo lavoro più specifico e dettagliato c’era una teoria generale della struttura della materia; e la sua continua difesa della filosofia meccanica—cioè la spiegazione in termini di materia e movimento—fu uno dei suoi contributi più significativi., Secondo la filosofia corpuscolare di Boyle, Dio aveva originariamente formato la materia in minuscole particelle di varie dimensioni e forme. Queste particelle tendevano a combinarsi in gruppi o cluster che, a causa della loro compattezza, avevano un’esistenza ragionevolmente continua e erano le unità di base dei processi chimici e fisici. Qualsiasi cambiamento nella forma, dimensione o movimento di questi cluster di base alterato le proprietà della sostanza coinvolta, anche se le reazioni chimiche sono stati generalmente concepiti come coinvolgendo principalmente l’associazione e la dissociazione di vari cluster.,
Boyle ha anche dato contributi significativi alla chimica sperimentale. Fece studi approfonditi sulla calcinazione dei metalli, sulla combustione e sulle proprietà degli acidi e delle basi. Ha sottolineato l’applicazione di tecniche fisiche all’indagine chimica e ha sviluppato l’uso di indicatori chimici che hanno mostrato cambiamenti di colore caratteristici in presenza di determinati tipi di sostanze. Il suo studio pionieristico del fosforo, durante il quale scoprì quasi tutte le proprietà conosciute per i successivi due secoli, illustra bene l’efficacia delle sue tecniche sperimentali.